Scifì: e se Sant’Alessio non li volesse?

la frazione Scifì
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Giuseppe Puglisi – FORZA D’AGRO’ – Le recenti dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Sant’Alessio, RosaAnna Fichera, a Gazzetta del Sud, non fanno dormire tranquilli i componenti del comitato “Pro Scifì” in vista del referendum per lo scorporo della frazione Scifì dal comune-madre di Forza D’Agrò e l’aggregazione al comune di Sant’Alessio. Il sindaco di S.Alessio si era detta personalmente contraria dall’aggregazione: “Scifì ha perso il treno nel 1948 quando fecero uno sgarbo a mio padre, allora sindaco di questo comune, scegliendo di passare dalla sera alla mattina con Forza D’Agrò. Ma non conservo odio. E’ solo che dal 2008 ad oggi tante cose sono cambiate”.

Il comitato ha quindi scritto una lettera al presidente del consiglio di Sant’Alessio, Giuseppe Pasquale, chiedendo di conoscere la posizione del consiglio sulla questione, anche alla luce della decisione del  15 ottobre2008 con la quale si approvava la proposta di scorporo da Forza D’Agrò e la aggregazione a Sant’Alessio. Oggi il sindaco di Sant’Alessio, Rosa Anna Fichera, appena pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Regionale del 4 ottobre  il decreto dell’assessorato regionale per le autonomie locali con il quale si dichiara ammissibile il referendum per la secessione, ha fatto sapere di essere intenzionata a ricorrere al Tar perché al referendum non sono stati ammessi gli elettori di Sant’Alessio che pure hanno parte attiva in questo scorporo-aggregazione. “Considerato che anche in questi giorni tanti amministratori di S. Alessio hanno assicurato verbalmente il loro incondizionato sostegno all’iniziativa;  che le nostre  perplessità riguardano motivazioni legate a sentimenti personali dell’attuale primo cittadino per fatti risalenti al 1948, quando buona parte dell’odierna comunità di Scifì non era nata e quindi non può certo assumersi “colpe” o “ritorsioni” che oggi, malgrado lo sforzo, ci viene arduo contestualizzare e commentare”. “Considerato che deve essere molto chiaro a tutti che l’aggregazione prospettata non è un obbligo per nessuno; che il Comitato non permetterà più che Scifì venga trattata come il “peso di turno”, soprattutto se da organi istituzionali e soprattutto in presenza di un’iniziativa che non è una concessione a Scifì ma un’opportunità positiva per tutti, in termini di riduzione dei costi per Forza d’Agrò e, per S. Alessio, nei termini espressi nella delibera n. 36/08, non certo adottata dai cittadini di Scifì…;  che se le esternazioni del sindaco sintetizzano effettivamente una volontà politica dell’amministrazione di S. Alessio e non  una posizione personale del sindaco, per fatti risalenti a 65 anni fa, il Comitato –  malgrado la sussistenza della delibera citata che impegnerebbe l’amministrazione di S. Alessio sulla scorta di  sua una scelta chiara, netta ed unanime –  il Comitato è pronto a prenderne atto e trarne le necessarie conseguenze, in ordine ai successivi passaggi, riservando anche di far valutare ai propri membri l’opportunità di una rinuncia all’iniziativa o all’adozione di soluzioni alternative. Insomma ora a Scifì temono di restare in mezzo al guado: via da Forza D’Agrò e respinti da Sant’Alessio. Sarebbe un bel guaio. Anche il sindaco di ForzaD’Agrò, Fabio Di Cara, ha dichiarato a Gazzetta del Sud di volere ricorrere al Tar contro questa secessione. Insomma ancora tutto è in alto mare. E già sono passati cinque anni dalla firma della petizione promossa dal comitato “Pro Scifì”.

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