Ma è nata prima S.Alessio o Forza D’Agrò?

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Nell’aula magna della scuola elementare “Felice Muscolino” di Santa Teresa di Riva riflettori puntati su Forza d’Agrò e Sant’Alessio Siculo, due centri la cui origine è stata illustrata dallo studioso di storia locale Carmelo Nicita il quale ha sostenuto una tesi alquanto singolare: ovvero il centro marino sarebbe “nato” prima di quello collinare. Le due cittadine, oggi autonome ma fino al 1948 riunite nel comune di Forza d’Agrò, hanno, quindi, origini comuni. Tra il VIII ed il V secolo a.C. i greci definirono l’attuale Capo S. Alessio “Arghennon akron”, promontorio d’argento”. A confermare un insediamento greco i reperti risalenti ai VI-V sec a.C. rinvenuti durante gli scavi in terreno Stagnitta nel 1983 e nel 1986 dalla direttrice del museo archeologico di Naxos, Maria Costanza Lentini nella baia di S.Alessio e descritti ed illustrati nel libro dell’avv. Carmelo Puglisi sull’Abbazia dei SS. Pietro e Paolo d’Agrò (2014). I romani, intorno al 135 a.C., sostituirono il toponimo greco con “Agrillae” o “Agrille”, dando il nome di “Vicum Agrillae” al borgo esistente nella vallata ai margini della fiumara d’Agrò. “Quando il ‘Vicum’ non é risultato più sufficiente ad un popolo in espansione – ha argomentato Carmelo Nicita – gli abitanti si sono spostati più a monte e il centro prese il nome di “Fortilicium d’Agrò”, cioè Fortezza d’Agrò, poi trasformato in Forza d’Agrò’. La più antica menzione di Forza D’Agrò risale al 1117 nel diploma di donazione del normanno Ruggero II d’Altavilla per la riedificazione del monastero dei SS. Pietro e Paolo D’Agrò (Stefano Bottari – “Forza D’Agrò” – 1928)

Dagli scavi archeologici di Scifì alle chiese e ai monumenti del centro, dai riti sacri alle tradizionali feste fino alle rivalità con i “vicini”, i soci Unitre hanno potuto conoscere meglio la storia e le ricchezze di Forza d’Agrò grazie alle preziose informazioni fornite dallo studioso forzese. Spostandosi a Sant’Alessio Siculo, Nicita ha ricordato come da borgata abitata da poche famiglie di pescatori intorno al XII secolo, la cittadina rivierasca si sia sviluppata a partire dal 1870, grazie alla realizzazione di due importanti vie di collegamento, la Consolare Valeria e la strada ferrata. Proprio quest’ultima fu la causa scatenate che portò poi alla separazione dei due comuni, che rivendicavano entrambi la titolarità sulla stazione ferroviaria: nel 1948, dopo aspre polemiche e lotte, Sant’Alessio Siculo ottenne così l’autonomia amministrativa da Forza d’Agrò.

“Una storia, quella alessese, che in parte giace sotto il cemento” – ha evidenziato Carmelo Nicita, riferendosi alla speculazioni edilizie che non hanno permesso di fare piena luce sulle testimonianze storiche del passato. Tra i beni storici esistenti tra i due centri è stata inoltre ricordata la presenza delle cave di Milianò, della grotta di Scalella e delle fornaci di calce.

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