Onore all’eroe Carmelo Costa

Carabiniere Reale Carmelo Costa
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Forza d’Agrò – Sono quasi passati 70 anni dal giorno di quel tragico eccidio in cui, ad Adrano, perse dignitosamente la vita il nostro compaesano Carmelo Costa. Nessuno ormai in paese si ricorda di questo giovane ragazzo arruolatosi nella Benemerita e di servizio nel paese di Paterno. In quegli anni dominava Vincenzo Stimoli, soprannominato la iena di Adrano, un organizzatore di bande o meglio un dominatore di uomini, sterminatore di un gruppo di guardie comunali.

Tra l’anno 1943 e 1945 la città di Adrano fu una vera e propria fucina di briganti: tra i fuorilegge adraniti, colui che ebbe maggior peso, fu Vincenzo Stimoli. Come la gran parte dei briganti siciliani di questo periodo, anche Stimoli divenne un fuorilegge non per scelta, ma per diverse vicissitudini.

Commerciante, afflitto da ignoranza e follia pura, era proprietario di un piccolo negozio di generi alimentari, fu costretto nel 1943 a darsi all’intrallazzo ossia al mercato nero; pratica illegale, ma necessaria per sopravvivere in quel particolare frangente. A differenza di molti altri, però, Stimoli rinunciò a speculare sui prodotti della sua vendita. Ovviamente più di una volta, in questa attività, si trovò ad incappare nelle maglie della legge, in particolare di un gruppo di guardie municipali di Adrano. Da ciò nacquero diverbi e rancori che, a poco a poco, esasperarono l’animo di Vincenzo Stimoli il quale si sentì sempre più oggetto di una vera e propria persecuzione.

L’episodio che diede il via alla carriera criminale di Stimoli fu il verbale elevato dalla guardia Orazio Stancampiano per un mulo che vagava per il centro del paese e la cui proprietà, erroneamente, fu attribuita a Vincenzo Stimoli; questi, esasperato, aggredì la guardia, sotto gli occhi dei colleghi che non intervennero, e fu per tale motivo condannato a sette mesi di carcere.

Scontata la pena, periodo durante il quale il negozio di Vincenzo fu sottoposto ad attenzioni ancora più esagerate da parte del solito gruppetto di guardie municipali, Stimoli, ormai esasperato oltre ogni limite, diede inizio ad una vera e propria mattanza del corpo delle guardie di Adrano, e di altre persone che lo avevano, secondo lui, fatto oggetto di pesanti ingiustizie.

Stimoli uccise, in tutto, otto persone tra le quali in nostro eroe Carmelo Costa:

  • Agatina Strano, vicina di casa
  • Gaetano Chiavaro
  • Giuseppe Barbera, guardia municipale
  • Orazio Stancampiano, guardia municipale
  • Alfio Costa, contadino, vedovo della sua prima vittima Agatina Strano
  • Giuseppe Campo, guardia municipale, già sfuggito l’anno precedente ad un attentato ad opera di ignoti
  • Giuseppe Cutrona, contadino, confidente del comandante dei carabinieri di Adrano
  • Carmelo Costa, carabiniere forzese.

Vincenzo Stimoli morì suicida l’undici settembre del 1945 quando, scoperto dai carabinieri tramite un informatore il suo temporaneo nascondiglio in casa dell’amante detta la Ballalla, fu scovato da due agenti i quali rispettivamente bussarono a due porte nel pianerottolo e uno dei due fu sparato dallo Stimoli e l’altro da Antonino Caruso del Nucleo Operativo antibanditismo (a testimonianza Encomio Solenne con motivazione) lo tenne sotto stallo fino al dispiegamento dei colleghi e lo Stimoli dopo aver tenuto testa a 256 uomini della Polizia per cinque ore, esaurite le munizioni o si uccise sparandosi alla tempia oppure fu ucciso dai tiratori dei Carabinieri appostatisi.

Fu proprio in questo conflitto a fuoco che Carmelo cercando di avvicinarsi all’abitazione, per consegnare alla legge il bandito, fu colpito dalla Iena di Adrano con una raffica di mitra. Non ci fu scampo per il giovane forzese che con coraggio e sprezzo del pericolo, si scontrò contro la morte. Riusci con l’alto senso di giustizia ad entrare nella casa del bandito dove però fu colto dalla raffica scagliatagli contro dalla iena. Non ha avuto paura di essere ucciso in quel fragente, il senso della patria che serviva e l’onore per la divisa che portava è stato più forte della paura.

L’idea di dedicare la caserma dei carabinieri di Forza d’Agrò è venuta al sindaco Fabio Di Cara, il quale ricorda qualche racconto del giovane carabiniere. La signora Angela era una zia acquisita sia del sindaco che del giovane Carmelo, quando tornava da Sidney dove si era trasferita con il marito Pietro Di Cara, si recava sempre sulla tomba del nipote eroe e di tanto in tanto raccontava anche qualche aneddoto sul giovane Carmelo.

Da un incontro con il capitano dei carabinieri Francesco Filippo ed il maresciallo Maurizio Zinna nasce l’idea di dedicare al giovane la nostra caserma. In questa fase il maresciallo  Zinna si sta occupando del recupero di notizie sul carabiniere Costa. L’11 settembre 2015, nel 70° anniversario dell’eccidio, si svolgerà la cerimonia dell’intitolazione dello stabile che ospita la caserma della Benemerita.

La tomba monumentale del carabiniere reale si trova all’interno del Castello normanno, le sue spoglie invece riposano accanto il padre Sebastiano e la madre Lombardo Antonina nel nuovo cimitero di Contrada Scala.

Sulla tomba monumentale l’epitaffio celebra cosi il giovane Carmelo:

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