Vigile querela il parroco per presunte minacce

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FORZA D’AGRO’ – Un parcheggio contestato ed il parroco finisce querelato dal vigile urbano che si è sentito “minacciato” dal “consiglio” del prete di spostare altrove l’auto blu del comune. E’ accaduto il pomeriggio di mercoledì scorso ed a raccontare l’accaduto è stato lo stesso vigile in servizio al comune di Forza DìAgrò che ha presentato formale denuncia, raccolta dal comandante della stazione dei carabinieri del centro collinare, Maurizio Zinna. “Avevo parcheggiato l’auto del Comune – racconta il vigile Orazio Maccarrone, ispettore di polizia municipale dipendente del comune di Forza D’Agrò – nello slargo di piazza Largo Piano vicino alla chiesa, quando il parroco con Luciano Zampetti, affacciato al giardinetto della chiesa con un cellulare in mano a mò di fotocamera, mi consigliava di spostare la macchina perché parcheggiandola la me ne sarei assunta la responsabilità”. Il vigile ha risposto risentito a quelle parole che lui ha interpretato come una minaccia e quindi si è recato in caserma a denunciare l’accaduto. Il comandante Zinna ha subito avviato le indagini per chiarire il caso, nuovo capitolo della belligeranza tra parroco e sindaco.

La questione della fruizione dello slargo in piazza Largo Piano, è “esplosa” nel marzo del 2015 con i lavori di riqualificazione della piazza. Su quell’area, che il comune rivendica di proprietà, era uso parcheggiate l’auto il parroco che a sua volta rivendica alla chiesa la proprietà. “Quell’area è incontrovertibilmente di proprietà comunale – precisa il sindaco Fabio Di Cara – che veniva lasciata amichevolmente in uso alla chiesa. Ora serve per le nostre necessità”. E mostra cartografie e documenti che delineano gli esatti confini del suolo di proprietà del comune e quello della Chiesa Madre. Ne venne informata la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Messina la quale notò subito che il comune non aveva chiesto i necessari pareri di competenza visto che i lavori interessavano l’area adiacente la chiesa madre, considerata “bene culturale”, e ne intimò la immediata sospensione. Il sindaco Di Cara mostrò un documento firmato dal predecessore di Scimone, Scuto, il quale statuiva che l’intervento non ricadeva su aree sottoposte a vincolo e quindi non era necessario un parere della Soprintendenza. Visioni in antitesi, concluse con il proseguimento e la conclusione dei lavori finanziati dalla Regione. Fermo restando che tra Comune e Parroco la questione della proprietà di quella porzione di suolo della piazza non è stata chiarita del tutto. Ora questo nuovo episodio. Che il vigile ha interpretato come minaccia.

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