Secessione Scifì. Invece di dividere, pensare ad unire

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FORZA D’AGRO’ – Partecipata riunione pubblica del comitato Pro Scifì sostenitore del si al referendum per la secessione della frazione da Forza D’Agrò e l’aggregazione a Sant’Alessio. A dare manforte alle ragioni del si è intervenuto anche l’ex sindaco di Sant’Alessio, Giovanni Foti, che ritiene “il si un fatto che dovrebbe essere scontato –ha detto –  votare contro sarebbe come votare contro la storia, non rendersi conto del fatto che più si è grandi più si ha possibilità di autogestirsi e finanziare la progettualità”. Ed ha suggerito di cominciare a ragione ad un comune unico Forza D’Agrò – Sant’Alessio e tra i cari comuni della Valle d’Agrò.  Adesione alla aggregazione  a dir poco scontata se si ricorda che nell’ottobre del 2008 il consiglio comunale di Sant’Alessio, presiedutob da Giuseppe Cacciola e con sindaco Giovanni Foti, espresse parere favorevole al progetto del Comitato Pro Scifì di aggregare la frazione. Ieri Foti, coerentemente con quanto approvato diciassette anni fa, non ha fatto che ribadire il concetto.

Filippo Brianni, uno dei tre portavoce del comitato (gli altri due sono Salvatore Lombardo e Vera Russo) ha illustrato tutto l’iter seguito per arrivare alla indizione del referendum (fissato per il 18 ottobre). Dalla prima petizione, nel 2003, in cui i cittadini scifiesi avevano chiesto al Comune di Forza d’Agrò l’attivazione di tutte le misure e convenzioni necessarie a risolvere i problemi di importanza primaria per Scifì; “petizione sottoscritta da tutti i tre candidati a sindaco nel 2006 ma puntualmente da tutti disattesa” che in pratica ha dato il via al movimento per lo scorporo.

Ha anche indicato come la soluzione prospettata sia un toccasana per le casse di Forza d’Agrò, che a fronte di una ininfluente riduzione demografica, avrebbe un abbattimento notevole delle spese necessarie per la gestione di due comunità diverse (depurazione, scuolabus, etc, che però passano in carico a S.Alessio, ndc). “Se il referendum non dovesse passare, si dovranno rivedere i rapporti: la guardia medica dovrà essere situata a Scifì per almeno quattro mesi l’anno e così anche per gli altri servizi, compresa la rappresentanza politica, non essendoci una legge che impone che il sindaco debba provenire da Forza d’Agrò ed essendo necessario recuperare assoluta uguaglianza nella distribuzione dei servizi, non si più ancora consentire che una comunità di 300 abitanti manchi dei servizi primari”. Ma il sindaco viene scelto dagli elettori, non dallo spirito santo, diteglielo a Brianni.

La riunione è servita anche a sfatare dei miti messi in circolazione dai sostenitori del no; miti compendiati in un recente intervento del capogruppo di maggioranza Emanuele Di Cara, secondo cui con S. Alessio – definito dissestato –  le tasse di Scifì quadruplicherebbero e Scifì farebbe la fine di Lacco, aderendo ad un comune in qualche modo “meno buono” di Forza d’Agrò. Solite frecciate da campagna elettorale che confermano come il comitato sia deciso a portare fino in fondo la sua battaglia. Brianni ha concluso giudicando il “si” al referendum del 18 ottobre “una scelta utile per Forza d’Agrò, fortemente opportuna per S. Alessio ed assolutamente indispensabile per Scifì”. (gi.pu.)

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